Una spirale non “protettiva”: il cambiamento evolutivo come riflessione partendo dalla quarta metafora emersa dal nostro sondaggio

I precedenti si sono centrati su “i mutamenti di stato dell’acqua”, sulle “stagioni” e il loro evolvere e poi sulla metafora della farfalla e della sua trasformazione, questo sul simbolo della spirale e sulle curve sinusoidali, ossia il cluster che aggrega le risposte che sono state date al nostro sondaggio e che abbiamo noi aggregato. La spirale richiama un processo profondo ed evolutivo, che ritorna ricorsivamente, che apre alla possibilità di essere un cambiamento espansivo o implosivo. Simbolo complesso può essere rappresentato come un vortice, una forza di crescita e contrazione, ma anche di continuità, che subisce, nella sua sequenzialità, delle mutazioni, alcune rapide e visibili e altre minime e continue. 

Come le stagioni, la spirale richiama la ciclicità, simbolo di energia e di fecondità, legata all'acqua (un altro cluster) e alla luna. Simbolo molto antico, comparso nel periodo paleolitico, presente principalmente nelle culture celtica e dei nativi americani, la spirale è presente nel cosmo e in natura (si pensi al tornado). Ci colpisce per la sua forza magnetica, e noi esseri umani, “animali simbolici”, lo viviamo come simbolo generativo: è simbolo antico del cambiamento attraverso il movimento che espandendosi da un centro si allarga, produce energia, arriva lontano

E ha anche un elemento di circolarità, di ritorno, non come ripetizione ma come un elevarsi o un allargarsi, un insieme continuità e mutamento, riconoscibilità e novità. Simbolicamente la spirale è una figura aperta parte da un centro, da un punto riconoscibile e si irradia con un movimento che non si sa già in partenza dove porterà, o che forma finale raggiungerà, perché si sviluppa un “disegno” ed una logica che si definisce via via, eppure non in modo casuale. Sono i tratti quindi della continuità e del mutamento, del dinamismo, dell’espansione, dello sviluppo, insomma del cambiamento. Nel cristianesimo la spirale la troviamo soprattutto nelle immagini funerarie come rappresentazione del paradiso e della salvezza, in generale essa può assumere valori simbolici differenti a seconda della struttura con la quale viene rappresentata. La spirale piana è interpretata nel suo espandersi verso l’interno o esterno come la rappresentazione del moto dell’energia cosmica nella sua ciclicità, nel suo espandersi e contrarsi. 

La rappresentazione della doppia spirale è simbolo di equilibrio assoluto e del dualismo che caratterizza il tutto: forze opposte ma complementari allo stesso tempo. Invece la spirale che troviamo disegnata in senso orario, indica il cammino per la trasformazione interiore che deve affrontare ogni persona, partendo dal suo essere materiale per divenire un essere spiritualmente evoluto; in senso antiorario rappresenta anche l’acqua e la stagione fredda e indica soprattutto lo stato di riflessione e di introspezione. Come non ricordare Dante e la sua discesa negli inferi nella Comedia, che avviene secondo un percorso che porta Virgilio e lui ad uno scendere vorticoso verso il basso, seguendo una spirale in senso antiorario. Ed anche le incisioni rupestri 3200 anni fa, come pure il cielo stellato di Van Gogh (La notte stellata, 1889, oggi al MoMa di New York), quadro che ci trasmette una forza straordinaria, in cui l’autore olandese rappresenta delle stelle che sembrano ruotare pericolosamente su sé stesse in gorghi vorticosi. 

Van Gogh dipinge il quadro durante l’anno che trascorre volontariamente nella clinica psichiatrica di Saint-Rémy-de-Provence: e la spirale è il simbolo, come ci insegna C.G. Jung, della rivivificazione della vita, nonché del processo di individuazione, processo inconscio che ognuno di noi vive e che possiamo descrivere come il "viaggio" verso una maggiore consapevolezza di sé. Le metafore rappresentano, come sappiamo, l’immaginario, le immagini collettive, e, in questo post, affronteremo quelle che si incentrano sulla spirale come “raffigurazione” del cambiamento organizzativo. E, come sempre, lo faremo grazie alla profondità di argomentazione delle motivazioni sulla scelta delle metafore che i rispondenti hanno portato. Lo ripetiamo, è stato un brevissimo sondaggio ma ci sta arricchendo di riflessioni e spunti: grazie ancora a chi ha contribuito. Nelle prossime righe, dopo la riflessione sulla simbologia della spirale, approfondiremo in particolare le implicazioni per il cambiamento organizzativo.  


La sintesi dei cluster emersi dal sondaggio

Le forme naturali e riprodotte dall’uomo come la “spirale”, il cluster che affrontiamo in questo post, indicano un processo profondo ed evolutivo, che ritorna ricorsivamente, che apre alla possibilità che vi sia un cambiamento espansivo oppure implosivo. Le altre e diverse metafore che sono emerse dal sondaggio si richiamano a tipologie concettuali differenti, anch’esso riferite principalmente alla natura e le sue mutazioni o caratteristiche, alla popolazione naturale, alle simbologie e agli strumenti umani. I diversi cluster, seppur dissimili, sono, nella maggior parte, collegati tra loro, sia perché si possono ascrivere a categorie concettuali che li comprendono (ad esempio, appunto, la natura) sia perché indicano modalità di cambiamento assimilabili (es. cambiamento come mutazione). 

Il cluster denominato i mutamenti di stato dell’acqua, di cui abbiamo scritto nel primo post, raggruppa quelle metafore che vedono nell’acqua, nella marea e nell’onda appunto l’evoluzione delle forme liquide: simbolicamente le acque rappresentano il flusso continuo del mondo manifesto, che dissolvono, cancellano, rimuovono, purificano e rigenerano. 

Il post precedente invece era incentrato su un animale che si trasforma, la “farfalla”, che da bozzolo, a bruco, diventa appunto farfalla, ossia una specie che si evolve, adattandosi al nuovo contesto. Un altro cluster emerso lo abbiamo chiamato “il fiore che sboccia”: un singolo elemento che cambia stato, che modifica la sua forma, simbolo della potenzialità, dello sviluppo, dell’apertura, di una passività (la corolla che riceve) che si apre verso l’esterno, verso l’ambiente esterno, attraverso l’insetto che vi si posa. Il cluster denominato il “viaggio”, vede il cambiamento come un tragitto, la ricerca di una via, il viaggio dell’eroe come un percorso di cambiamento, alla ricerca della sua anima, verso la felicità o verso la mission che l’organizzazione sta perseguendo.

Invece in un altro post  abbiamo approfondito il cluster che abbiamo definito “le stagioni” e il loro mutare in modo sequenziale ma non sempre uguale.

Le riflessioni sulla “spirale” e la sua ricorsività

Il cluster che abbiamo denominato spirale comprende quelle risposte al sondaggio che hanno individuato nella metafora ideale del cambiamento organizzativo, la spirale e la curva sinusoidale. La spirale è un processo che evolutivo che ritorna sugli stessi elementi ricorsivamente ma che implica, nella sua ricorsività, la possibilità di una consapevolezza diversa di che cosa è avvenuto in precedenza, una ciclicità che può essere virtuosa (quindi espansiva) oppure viziosa (dunque implosiva). Un cambiamento visto come un processo duplice, profondo e evolutivo. 

I nostri rispondenti dichiarano di essersi ispirati a diversi riferimenti concettuali, come a C. Handy e quanto indica nel saggio “epoca del paradosso”, oppure a Bateson e persino allo psicoanalista argentino, Pichon Riviere, per quanto riguarda i meccanismi di gruppo. Riprendendo lo storico testo di Charles Handy, possiamo dire che la risposta ad un cambiamento organizzativo a spirale, che può avere le caratteristiche prima accennate, necessita di una logica di approccio e di gestione diversa da quella che ha caratterizzato il management finora e lo definisce spesso ancora, ossia un approccio per pianificazione e controllo. I nuovi approccio gestionali e di lavoro legati al mondo della agilità possono aiutarci in questo senso, se vediamo la trasformazione aziendale come una spirale, con cicli di mutazione, non solo espansiva. 

In questo senso, la ciclicità della spirale non deve essere vista come qualcosa di definito e ricorsivo, ma di mutevole appunto, in un ambiente incerto e magari volatile, cogliendo il senso del simbolo come una figura aperta e non chiusa. Evitando di adottare una concezione riduttiva, che coglie solo la ciclicità e la ricorsività del simbolo, senza cogliere che il cambiamento organizzativo si definisce via via, che non è casuale come non lo è ciò che ci suggerisce la spirale. Un cambiamento aziendale che è dunque evolutivo, legato che vede nell’energia prodotta un suo perno, che le fasi di espansione e per evitare la tendenza all’involuzione. 

E il cambiamento in azienda?

Parola oggi molto comune, il cambiamento e, come stiamo mettendo a fuoco con questi post derivanti dal sondaggio lanciato nei mesi scorsi, non sempre concepito in modo uguale: anche quando è riferito alla trasformazione organizzativa, le concezioni sono differenti e ciò presuppone che si adotti una certo tipo di logica sottesa, che lo farà interpretare in un certo modo, ma soprattutto quando si imposterà un progetto di change interno si adotterà una certa concezione implicita di cambiamento. Infatti, al di là del dichiarato di chi lo gestisce e di chi lo vive, il progetto di cambiamento sarà vissuto secondo la concezione profonda che se ne ha. Inoltre, non sempre comprendiamo l'essenza del cambiamento e abbiamo difficoltà a cogliere le dinamiche di cambiamento sottostanti: che tipo di cambiamento abbiamo bisogno? e come funziona in questo particolare contesto (organizzativo ed esterno all’azienda)? Un cambiamento evolutivo non è mai pienamente evidente e per questo utilizziamo simboli e metafore per lavorare su di esso ed aiutare le persone a vivere al meglio la trasformazione in atto, che non è lineare. 

Perché un nuovo sistema emerge prima su piccola scala, poi avrà il suo picco ascendente fino a raggiungere il suo massimo, quindi evolverà e si ritirerà, passando in secondo piano, mentre verrà sostituito da un altro sistema, in quel momento più efficace e dominante. Un progetto che parte da un “design naturale” come la spirale, si curerà allora di individuare le persone che possono supportare il cambiamento, determinare qual è lo scopo primo dell'intervento, capire gli elementi che caratterizzano la cultura organizzativa interna in quel momento, mettere a punto come si può implementare questo cambiamento e da cosa a cosa si vuole cambiare: ovviamente in modo ricorsivo e a spirale, in senso orario, però!

 

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