SMART SKILLS WORKING: LE COMPETENZE NECESSARIE PER LAVORARE IN SMART WORKING

Nel post precedente (quando il lavoro può essere smart) abbiamo affrontato il tema delle caratteristiche professionali che è necessario possedere per svolgere al meglio lo smart working: modalità di lavoro intesa nel suo senso più pieno. Le nostre esperienze professionali con le aziende italiane, per interventi sia di consulenza sia di ricerca intervento (che comprende una sorta di audit) su questa modalità di lavoro, ci ha permesso di cogliere oltre a quali caratteristiche lavorative sono appunto necessarie, anche quali competenze sia importanti possedere come lavoratori e quali far sviluppare nell’ottica dell’impresa.

Lo smart working (di seguito SW) può essere un’esperienza importante per la crescita professionale e quindi di apprendimento di nuove competenze o di affinamento di conoscenze e capacità. Nelle organizzazioni di oggi, a differenza del passato, in cui le competenze spesso erano quelle per tutta la vita lavorativa, il cambiamento continuo delle attività lavorative porta sia all'aggiornamento continuo sia alla formazione permanente delle competenze durante tutta la vita lavorativa. Lo SW è caratterizzato da alcuni elementi che alla lunga permetteranno, noi crediamo, alle persone di far evolvere le loro competenze in alcune direzioni ben definite; deve accedere al mercato del lavoro, possedere in nuce alcune di queste competenze potrà essere utile. Nelle prossime righe proviamo a descrivere lo scenario che si intravede al momento, in particolate per le competenze trasversali o, come si usa impropriamente chiamarle, soft skills.

  Le competenze per utilizzare lo smart working

Le competenze che utilizzeranno gli smart workers, sono qui indicate per macrocategorie, ricordando che ci focalizziamo sulle competenze trasversali che una persona dovrebbe possedere o sviluppare per sostenere il suo lavoro in SW. E si integrano alle “caratteristiche” del lavoro a distanza indicate nel post precedente, come la responsabilità o la fiducia. Non vi è una corrispondenza diretta tra le caratteristiche e le macro-competenze rappresentate di seguito, ma certo esse si completano e le une favoriscono le altre.

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Presentiamo in modo più esaustivo cosa intendiamo per ogni singola macro-competenza, quali competenze comprende ognuna di esse, insomma qual è il suo “cuore” e quali sono i suoi confini.

  • Mindset: una mentalità che approccia in modo proattivo il contesto in cambiamento, che adatta il suo comportamento alle mutate condizioni di lavoro, che è flessibile nelle situazioni specifiche che si trova di fronte;
  • Relazionalità: la competenza relazionale classica legata alla comunicazione e all’ascolto interpersonale declinata però nel contesto fortemente visuale del lavoro in SW, che richiede di trasmettere trasparenza (della relazione) agli interlocutori per favorire la fiducia;
  • Agilità emotiva: consente di affrontare il cambiamento gestendo le emozioni che lo caratterizzano e che influiscono in modo preponderante per il suo successo delle azioni personali;
  • Self management: l’organizzazione delle proprie attività nella gestione dello SW è fondamentale, vista l’autonomia che si ha, per cui la gestione del tempo e lo stabilire le priorità, in un processo collaborativo che coinvolge altre persone, richiede gestione dello stress e si basa sull’affidabilità personale;
  • Visione sistemica: chi lavora in SW deve avere o sviluppare una visione d’insieme che, al di là del tema relazionale, è focalizzata sullo sguardo complessivo dell’organizzazione di appartenenza, del senso di comunità che essa esprime, evitando alla persona di sviluppare la sensazione di essere “tagliata fuori” o di perdere la percezione dell’insieme di cui fa parte;
  • Virtualità: la padronanza della tecnologia, è sorretta sia dal mindset giusto sia dalla propensione a confrontarsi con la tecnologia, dalla curiosità verso la nuova modalità di lavoro e verso i nuovi canali di interazione sia dalla gestione delle prove ed errori che la persona attuerà.

Ovviamente coltivare e migliorare le competenze ed il mindset per lavorare bene con lo SW richiede esperienza e capacità di auto – apprendimento e, per chi è nelle organizzazioni, anche una formazione mirata alla valorizzazione delle potenzialità delle persone. Ogni lavoratore, che sia all’interno di un’organizzazione o meno, deve avere come propria ottica quella di pensarsi in lifelong learning (l’apprendimento lungo tutta la vita): lo SW è in questo senso uno stimolo per rafforzare alcune competenze per chi lo svolge. Per chi è alla ricerca di opportunità di lavoro fare esperienze virtuali nei modi che gli sono possibili, attraverso corsi o attività di altro tipo, permette di prepararsi a questa modalità di lavoro che molto probabilmente sarà una realtà nelle aziende o Enti italiani dei prossimi anni.