QUALE TIPO DI CAMBIAMENTO PER LA TRASFORMAZIONE DIGITALE?

Sappiamo che le organizzazioni sono alle perse con il cambiamento dettato alla pervasività del mondo digitale, che richiede un mutamento che non si può intendere solo come un adattamento alla “nuova” tecnologia: la trasformazione digitale, seppure non sia un percorso univoco, è un processo che vede l’implementazione sia del digitale e di altre tecnologie (es. intelligenza artificiale, Internet of things , etc…) sia la modifica di “strutture” in una logica strategica. Una trasformazione che richiede la modifica del modello di business, dei processi organizzativi e della relazione con il cliente/utente, intervenendo su strategia, governance, i processi, la cultura organizzativa e le persone, oltre che le tecnologie. Ma per attuare al meglio questa trasformazione, ogni azienda o Ente deve chiedersi che tipologia di cambiamento sta attuando o vuole attuare. Così ogni cambiamento può essere accompagnato in modo specifico, partendo dal fatto che ogni cambiamento si può analizzare o preparare considerando quattro dimensioni: l’estensione, la profondità, la velocità e la modalità di introduzione del cambiamento. Approfondiamole ora tutte e quattro.

 L’estensione del cambiamento

 Un progetto di trasformazione digitale lo si può concepire o analizzare considerandolo per la sua estensione, ossia all'entità del cambiamento rispetto alle funzioni o ai reparti interni all’organizzazione che saranno coinvolti o su cui probabilmente influirà. Può essere complessivo e riguardare l'intera azienda oppure parziale e riguardare, in un certo lasso di tempo, solo una piccola entità o parte di un processo. Quando è complessivo il cambiamento interessa tutte le attività e le unità dell'organizzazione e mira ad una trasformazione digitale strategica, quindi tanto interna quanto verso l’esterno.

Il cambiamento che interessa parte dell'organizzazione e parti delle sue unità si può definire parziale ed ha come fine, generalmente, il migliorare lo status quo preservando la strategia, la cultura e la struttura precedenti, introducendo il digitale solo in modo circoscritto: in alcuni casi avviene perché si adotta una logica di testing, si introduce il digitale in modo limitato per una sua attuazione graduale. Può essere indice di un cambiamento che non ha trovato pieno consenso nei ruoli apicali dell’organizzazione e la sua introduzione diventa un compromesso tra le parti.

La profondità del cambiamento

 La profondità del cambiamento è relativa a come influenza la realtà organizzativa. Quando parliamo della profondità del cambiamento, parliamo anche di due poli, cambiamenti superficiali o profondi. I cambiamenti superficiali sono piccoli cambiamenti, in continuità con la situazione attuale, per attività, processo e missione dell'organizzazione. Ma non devono in nessun caso essere considerati come modifiche secondarie o modifiche di secondo ordine. I cambiamenti profondi sono quelli che determinano grandi trasformazioni nella realtà organizzativa, in senso radicale oppure perché interessano buona parte delle componenti organizzative (strategia, struttura e modalità di gestione). Sono difficili da realizzare date le differenze nei ritmi di trasformazione delle varie componenti, possono causare grandi sconvolgimenti, come può avvenire nella trasformazione digitale pienamente attuata, con, ad esempio, cambiamenti nella strategia, nelle strutture, nei sistemi, nelle risorse umane, nella cultura.


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La velocità del cambiamento

 Questa dimensione è misurata dalla combinazione della durata del cambiamento e dalla profondità del cambiamento. Essa rappresenta il tempo necessario a un'azienda o un Ente per apportare la trasformazione digitale. L'importanza di questa variabile cresce con l'accelerazione dei cambiamenti esterni all’organizzazione (di mercato, sociali, tecnologici) e la conseguente necessità di un rapido cambiamento. Il cambiamento lento consiste in un processo graduale, al fine di garantire continuativamente l’equilibrio interno dell’organizzazione. Il cambiamento veloce invece si può considerare come un'inversione di tendenza e di una rivoluzione rispetto ad una situazione passata, che si caratterizza per l’accelerazione impressa al cambiamento.

Nella trasformazione digitale vi sono progetti di cambiamento impostati come lenti, graduali ed altri come veloci: questi ultimi, se anche cambiamenti parziali, una volta avviati possono creare la necessità di un cambiamento sempre più veloce e pervasivi.

  

La modalità di introduzione del cambiamento 

La dimensione è relativa a come il progetto di cambiamento viene introdotto in azienda e si possono considerare, anche qui, due polarità, l’imposizione oppure il consenso. Vi sono cambiamenti che, sostanzialmente, sono imposti, generalmente quelli avviati dall'alta direzione o comunque quelli che nascono da interessi contrastanti interni. In contrasto con il cambiamento imposto, troviamo il cambiamento consensuale che favorisce la motivazione e l'adesione delle diverse persone interessate, in quanto nella progettazione del cambiamento si coinvolgono le persone ed in un certo senso si negozia la trasformazione digitale.

Queste tipologie considerate assieme possono aiutare chi sta progettando la trasformazione digitale oppure chi vuole valutarne il suo effetto durante la sua attuazione; in particolare la gestione del cambiamento può utilizzare l’analisi delle dimensioni prima presentate per garantire condizioni favorevoli all'interno dell'organizzazione per il progredire della trasformazione digitale.

 

Foto: matt-ridley-Lyl8RL7imrw-unsplash