Nella vostra azienda ognuno pensa che il suo prato sia più verde? Ovvero, cosa limita l’integrazione interfunzionale
All'interno delle organizzazioni, molto spesso le persone sviluppano un forte “attaccamento” alla propria unità funzionale (in alcuni casi al proprio gruppo di lavoro). Manifestano in un certo senso quello che nel mondo militare si chiama “spirito di corpo”, ossia un legame al proprio corpo di appartenenza. Questo attaccamento, se accompagnato da altri fattori, principalmente gestionali, produce motivazione e i risultati nelle prestazioni, ma rischia, in genere, alla lunga, di determinare nelle persone una visione centrata solo sugli interessi della funzione o della squadra. Quella che nel mondo anglosassone viene chiamata “turf protection”: la protezione del terreno erboso che si applica come difesa da sole, pioggia. etc…, metafora della protezione che le persone possono sentire da parte della propria struttura funzionale (o unità o gruppo di lavoro), che lì porta a riconoscersi in essa e meno nell’azienda nel suo complesso. Il “proprio territorio” come sicurezza ma anche come limite. Approfondiamo meglio…
Il tema:
In numerose organizzazioni vi è o un basso livello di fiducia negli altri e/o vi sono problemi di comunicazione tra settori e/o la struttura organizzativa è fatta a “silos”, ossia per compartimenti stagni. Questi fattori, organizzativi e culturali, determinano un basso grado di comunicazione tra settori e una condivisione minima delle informazioni tra dipartimenti o tra gruppi: ad esempio i colleghi di altre unità sono visti come “lontani”, degli estranei, e ricevono le informazioni di cui hanno bisogno in grave ritardo, perché la richiesta non viene considerata “rilevante” per il proprio lavoro. Se questo tipo di comportamento è attivato solo da alcune persone e non da una intera unità o funzione, si può intervenire su ogni singolo in termini prestazionali e conseguentemente formativi. Invece, quando in un’organizzazione oppure in una sua struttura, si è creata una diffusa cultura della “protezione del terreno erboso”, vuol dire che vi è un ostacolo culturale, oltre che gestionale. Come superare questa protezione, che nei processi di change rappresenta una resistenza al cambiamento?
In questi casi l’azienda deve avviare un progetto di integrazione interfunzionale, che premetta di creare condivisione tra settori e tra persone, di aumentare la fiducia reciproca, di modificare i meccanismi organizzativi come le prassi gestionali, al fine di avere obiettivi chiari e definiti che permettano di produrre vantaggi non solo per il mercato ma anche per la coesione interna. Nel tempo la cultura organizzativa si modificherà premiando la cultura dell’integrazione, dell’inclusione e della comunicazione trasparente e armonica, permettendo che si alimenti un meccanismo di costruzione e mantenimento della fiducia tra le persone e verso l’azienda.